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I giardini Pubblici, di Milano

La storia

La Milano capitale del Regno Lombardo-Veneto durante la dominazione austriaca nel periodo Teresiano fu oggetto di progetti ed opere di trasformazione dell’assetto urbano; in questo periodo storico l’arch. Piermarini diede l’input per la formazione del primo “sistema verde” della città, costituito dai Giardini Pubblici, dal Parco Sempione e dagli eleganti viali alberati sui Bastioni delle Mura Spagnole.

La realizzazione del primo giardino pubblico a Milano è deciso nel 1777 e ultimato nel 1788, avviene per opera dell’architetto Giuseppe Piermarini (allievo di Luigi Vanvitelli) autore e propugnatore del modello neoclassico nell’architettura della città. Con l’intervento ultimato nel 1862 a cura dell’ingegner Giuseppe Balzaretto, i Giardini furono ampliati occupando le aree ad ortaglie del Palazzo Dugnani e raggiungendo così l’attuale estensione di 160.000 mq.

I Giardini saranno recintati da cancellate, muri, parapetti e fosse asciutte dette “ha-ha”, ancora oggi esistenti per alcuni tratti lungo via Palestro. Allo scopo di risistemare i Giardini dopo l’utilizzo decennale (1871-1881) quale spazio dell’Esposizione Industriale Italiana, venne affidato l’incarico all’arch. Emilio Alemagna che li ultimò nel 1882.

La lettura dello spazio verde

I Giardini, realizzati in perfetto stile all’italiana, di cui non rimane traccia, insieme al Parco Sempione e grazie ai collegamenti verdi costituiti dai viali lungo i Bastioni Spagnoli, costituiscono il primo ed unico sistema verde progettato e realizzato nel centro storico di Milano.

Il Balzaretto realizza l’ampliamento in stile paesistico, sfruttando sapientemente il forte dislivello dei Bastioni, introducendo roccaglie e costruzioni come il caffè sul Monte, formando un sinuoso laghetto con giochi d’acqua alimentato dalla Roggia Balossi, viene insediato un primo modesto spazio per animali; il lato sud verso Villa Reale viene realizzato uno spazio formato da ampi viali, radure e macchie verdi, aiole fiorite ed una grande fontana. Il progetto dell’Alemagna, rimaneggiando l’impianto neoclassico dei Vecchi Giardini, eliminando il giardino dei fiori e dei profumi del Balzaretto, applica per tutta l’estensione degli spazi gli schemi del giardino all’inglese, ricercando effetti prospettici e paesaggistici.

La sistemazione dei giardini è praticamente quella attuale ed ha comportato: la modifica della sezione attraverso la sostituzione della scala di accesso del Piermarini con il riempimento del terrapieno e la formazione delle attuali discese; la trasformazione dell’area sud con l’eliminazione della fontana e delle aiole formali volute dal Balzaretto e la formazione di tappeti erbosi, alternando a radure e spazi aperti a prato quinte vegetali; il restauro della fossa “ha-ha” con l’accentuazione dell’effetto prospettico; l’ampliamento del laghetto circondato da radure a prato; l’introduzione di zampilli e cascata; la modifica dell’asse dei Boschetti, originariamente formato dalle regolari alberature di cultura illuminista, trasformandolo con movimenti di terra e risparmiandone un’unica parte tutt’ora esistente (area a parcheggi di via Marina).

Le emergenze botaniche

Significativa la presenza di un Cipresso calvo (Taxodium distichum) di circa 200 anni pregevole per le colorazioni autunnali e alcuni esemplari di Gingko biloba dalle belle foglie gialle in autunno.

Info per visitabilità

L’area dei Giardini Pubblici é compresa tra i Bastioni di Porta Venezia, Corso di Porta Venezia, via Palestro, via Manin e gli accessi sono collocati lungo i quattro lati del parco; ingresso libero.

Facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici urbani.

Info scheda: redatta da Mario Allodi